Dalle postazioni front office, dove sto lavorando, si fa da filtro a tutte le persone che accedono all'area ospedaliera: si danno informazioni, si disinfettano le mani, si controllano le motivazioni, che sono spesso pesanti... E alcuni li vorresti abbracciare, fare sentire che sei con loro, ma sei bloccato dalla distanza, purtroppo anche dalla paura della vicinanza quando ti parlano.
E cerco che i miei siano gesti d'amore.
C'è poi una postazione molto fredda e molto angosciante perché è circondata dalle aree di emergenza.
Ieri ero in ufficio e anche se non era il mio turno, mi sono staccata per portare un tè caldo a chi era lì, anche se non sapevo chi fosse.
Ogni "banalità" assume un valore!
Lo stress è forte. Ieri sera a un certo punto ci siamo trovate tre colleghe e una ha detto una stupidaggine. Abbiamo iniziato a ridere in modo irrefrenabile, sai quando proprio non riesci a fermarti, e più ti guardi e più ridi. E speri che nessuno ti veda, ma senti che da quel riso alle lacrime il filo è sottilissimo...
Grazie perché possiamo lavorare insieme!
L.B.