In questo tempo tre miei colleghi di lavoro hanno perso chi la mamma chi il papà per il Coronavirus. Sentendoli telefonicamente per un saluto e per dirgli la mia vicinanza in questo momento di dolore, mi sono reso conto ancora di più del dramma che vivevano perchè, oltre alla perdita, si aggiungeva anche l’impossibilità di poter dare un ultimo saluto ai loro cari.
Quando sono state chiuse le scuole tutti i docenti si sono attivati con la didattica a distanza. Ho fatto fatica ad accettare questo modo di proseguire le attività didattiche privo della prossimità fisica ed emotiva; soprattutto non capivo il senso, considerato quanto stava succedendo, di proseguire a far lezione " normalmente" mantenendo praticamente inalterati i programmi.
In queste settimane in cui siamo tutti a casa abbiamo riscoperto la bellezza dei ritmi più umani: niente corse per andare a scuola, niente attività pomeridiane e pur continuando a studiare e a lavorare da casa, si riesce ad avere più spazio per la condivisione.
Insieme ad una mia amica frequentiamo il reparto di Oncologia pediatrica. Portiamo ai bambini dei colori, dei doni, ma soprattutto stiamo con loro. In questi giorni naturalmente non è possibile far loro visita. Stamattina ho avuto una bellissima sorpresa: ho ricevuto da loro una videochiamata.
Inserito tra gli eventi di Parma Capitale della Cultura 2020 in seguito alla vincita di una selezione pubblica, Migrantour è finalmente sbarcato anche a Parma grazie al lavoro di un gruppo appassionato sui temi dell’educazione, valorizzazione culturale, ma soprattutto integrazione e intercultura: sono Kwa Dunia, Università degli Studi di Parma, Ciac Onlus, Centro Interculturale di Parma e Provincia, Centro Studi e Movimenti, Forum Solidarietà, Fondazione ACRA, Viaggi Solidali, Ass. Cibopertutti e il Movimento dei Focolari.
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