L'esperienza che sto vivendo assieme a mia moglie nell'avere accolto nella nostra famiglia e azienda agricola un ragazzo immigrato dal Mali, è abbastanza singolare, almeno per noi.
Il suo nome è Youssouf, con una storia alle spalle di sofferenze, giorni di cammino nel deserto con poca acqua, prigionia in Libia, giorni e notte imbarcato su un gommone in mezzo al mare, per approdare in Sicilia dopo due anni dalla partenza dalla sua terra, con un futuro di incognite ma pieno di speranza, almeno perché salvo.
E' arrivato da noi tramite l'AMU, proveniente dal CAR di Chiaromonte in Sicilia. Dopo una notte di viaggio, al mattino l'abbiamo accolto come si accoglie un ospite atteso. Era chiaro il suo disorientamento tanto da chiedermi subito i punti cardinali e in particolare il sud. Per lui avevamo ricavato un alloggio dignitoso con il necessario per la sua pryvaci. Tuttavia affinché si ambientasse il meglio possibile, per un po' di tempo è stato ospite a pranzo e cena in famiglia.
All’inizio qualche difficoltà è emersa forse per dubbi e paure, diffidenza, specialmente per l'iscrizione al centro per l'impiego di Vignola, dove grazie alla paziente e cortese disponibilità della direttrice per spiegare l’importanza di ottenere l’iscrizione al centro dell’impiego e poter lavorare nella legalità. Dopo circa due ore di silenzio e timori, grazie all’intervento telefonico del mediatore culturale dalla Sicilia, si decise a firmare con grande sollievo per tutti. Hai appena compiuto 18 anni e davanti a te, diceva la direttrice, c’è tutta una vita lavorativa da vivere nella legalità e senza paura. Alla fine l’ho visto contento e sollevato, soprattutto quando lo presentai agli altri lavoratori, in particolare a Niang originario del Senegal con il quale è nato un rapporto fraterno e di reciproca fiducia, quasi da padre e figlio.
In quel periodo eravamo impegnati alla raccolta della frutta che in base alla pezzatura, veniva selezionata. Un lavoro dove bisogna prestare molta attenzione che Youssouf imparò subito senza problemi. Nel frattempo frequentò un corso obbligatorio sulla sicurezza nel lavoro superandolo molto bene. Alla mia domanda come andava, rispondeva che era facile. Oltre alla raccolta della frutta si adoperò in altri lavori, come la preparazione delle spedizioni, l’imballaggio, la raccolta del pomodoro e così via.
L’aspetto della cura personale e dell’ambiente dove vive, aveva bisogno di richiami per tenere in ordine la casa, l’abbigliamento. Mi fu di grande aiuto Anna Maria nel spiegare che gli indumenti è necessario lavarli periodicamente, indicando una lavanderia industriale, come pure a fare la spesa degli alimenti andando in un supermercato adatto alle sue esigenze.
Oggi Youssouf penso si sia integrato abbastanza bene, almeno a giudicare dalla sua serenità. Difatti ha fatto amicizia con altri immigrati residenti nei paesi vicini, relazionandosi molto bene. Si è pure inserito in una squadra di calcio locale partecipando a partite e allenamenti. Nei nostri confronti, a detta sua, ci considera come genitori portandoci un grande rispetto. Durante le giornate invernali, segue la potatura con gli altri potatori in campagna ed è molto contento. A giorni inizierà un corso teorico-pratica sulla potatura dei fruttiferi, presso l’istituto agrario di Castelfranco Emilia assieme a uno dei nostri potatori che lo accompagnerà. Penso sia molto utile soprattutto in prospettiva di questa professione sempre più carente di manodopera specializzata.
Dopo alcuni mesi dall’assunzione, si è pensato assieme all’amu, di presentare l’esperienza di Youssouf nella nostra azienda, mettendo in rilievo che oltre all’accoglienza è necessario fare sistema, cioè inserendo queste persone immigrate per motivi sia umanitari che sfollati causa guerre, nel tessuto sociale e lavorativo del territorio, informando gli imprenditori della necessità di occupare queste persone in maniera diffusa dove l’integrazione può dare i suoi frutti. Così il primo dicembre presso l’Oversiss di Spilamberto, una Onlus il cui significato invita a guardare oltre, si è tenuto un incontro sul tema immigrazione dal quale è emerso, anche per bocca del sindaco di Savignano s/P presente all’incontro, che il vero problema sta negli alloggi dove ospitare queste persone. La partecipazione a questo tema, è stata lusinghiera con dibattito e scambio di opini e pareri, in una parola una Comunità che si prende a cuore un fenomeno di non facile soluzione ma che si mette in gioco per portare il proprio contributo.