L’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19 sta trascinando con se anche un’emergenza di tipo economico: aziende in home working, dipendenti in cassa integrazione, quando va bene, attività chiuse... Molti stanno subendo duramente le misure restrittive, tanti sono senza lavoro. Da qualche settimana riscontriamo tutto questo direttamente sulla nostra pelle, su quella di tanti amici della Comunità dei Focolari di Bologna e non solo.
Anche la solidarietà però si è messa in moto in tanti modi in questi giorni di quarantena e tocca anche questi bisogni. Veniamo così a sapere che una persona desidera offrire una somma con lo scopo specifico di aiutare chi si trovi in necessità in questo particolare momento. Ci interroghiamo su come procedere, anche il Papa sembra incoraggiarci parlando dei poveri e ci invita a darci da fare per aiutarli.
Avvertiamo subito la necessità di fare qualcosa di concreto: mandiamo una mail alla Comunità di Bologna, in cui condividiamo le necessità di alcuni e l'idea di fare una comunione di beni straordinaria, certamente rispettando l’adesione personale di ognuno.
Anche in una video-riunione con il gruppo di Famiglie Nuove, facciamo altrettanto proponendo a tutti la stessa comunione dei beni straordinaria.
Nei giorni seguenti è grande la commozione nell'aprire l'home banking e vedere tanti bonifici piccoli e grandi, tutti importantissimi, segno di amore che circola… non finivano più e intanto le lacrime scendevano. Che gratitudine!
Una famiglia ha sentito di donare uno stipendio intero, una volontaria ci comunica che dei loro cari amici svizzeri, evangelici, desiderano far arrivare degli aiuti economici all’Italia e dopo un contatto, ci mandano un contributo davvero consistente!
Siamo veramente stupiti, grati, commossi per tutto questo.
Insieme abbiamo distribuito questa Provvidenza con i primi bonifici ricevendo tanta gratitudine. Abbiamo anche scoperto qualcuno che non aveva il coraggio di chiedere. Ci siamo proprio detti che il nostro compito in questo tempo è soprattutto metterci in ascolto per scoprire le necessità che ci sono oltre a quelle che già conosciamo.
Poco dopo parliamo con Francesco, un gen che è rimasto solo a Bologna, ha i permessi per girare e frequenta il Ponte di Via Libia, un centro sociale diurno dove al momento vengono ospitati alcuni ragazzi immigrati che diversamente sarebbero soli nelle strutture parrocchiali quasi deserte.
Francesco ci manifesta la necessità di cibo che in questo momento scarseggia e ci dice che diverse persone si sono avvicinate alla realtà del Ponte di Via Libia chiedendo aiuti alimentari. Condividiamo ancora queste necessità con la Comunità di Bologna e Francesco si rende disponibile a ritirare, recandosi nelle nostre case, alimenti o contributi economici per fare la spesa. Personalmente, come famiglia, pensiamo di coinvolgere alcuni condomini che aderiscono con gioia. Francesco ci fa dono della sua esperienza di raccolta e distribuzione degli alimenti davvero commovente.
Nel nostro piccolo sentiamo di vivere la stessa esperienza di Chiara Lubich a Trento, quando, durante la Seconda guerra Mondiale, in continua donazione di tutto, sperimentavano l’aiuto diretto della Provvidenza con il corridoio pieno di viveri che entravano ed uscivano, segno dell’amore che circola e unisce, gettando una luce che illumina questi difficili tempi. Ne abbiamo fatto partecipe anche il Vescovo Zuppi che recentemente, nel periodo Pasquale, sottolineava che “Dio entra nella storia”: questa esperienza ce lo conferma in modo forte e concreto.
Betti e Giulio Boschi - Bologna